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18 gen 2016

Una fotografa in viaggio // MEXICO

"Travel is fatal to prejudice, bigotry and narrow-mindedness"
(Mark Twain)


 YUCATAN -QUINTANA ROO (31 dicembre 2015- 8 gennaio 2016)

Un paese affascinante, ricco di colori e contrasti. Un viaggio a cavallo tra il mare caraibico, le sue splendide spiagge, le sue acque cristalline e la storia di un popolo antico, i Maya. Passando attraverso la cultura messicana con la sua storia spesso decisa da popoli stranieri, col proprio orgoglio tangibile nella sopravvivenza delle tradizioni e la loro accoglienza e disponibilità. Il tutto sempre condito da sorrisi e tequila.






Le antiche città Maya. Tra Piramidi, cieli saturi e la storia di un popolo che non è estinto.
Chicen Itza e la maestosa piramide di Kukulcan che rende questo luogo una delle 7 meraviglie del mondo moderno 
Uxmal
Coba immersa nella foresta tra liane e scimmie e che ti catapulta in una dimensione da Indiana Jones mentre ti lasci trasportare dai tax tuc-tuc che ti chiedi come fanno a pedalare e portare il tuo peso tra radici, sassi e sentieri disconnessi
Tulum affacciata sul mare tropicale, affollata e turistica, ma pur sempre affascinante


E' tutto così ancestrale, selvaggio che verrebbe  naturale pensare che sia un popolo del passato. E invece i Maya abitano ancora il Messico. Hanno la pelle più scura, capelli lunghi e nerissimi, sono più bassi del resto dei messicani e hanno un abisso negli occhi. Si stanno avvicinando alla comunità "moderna" da pochi anni, così ci spiega Orlando,la nostra guida. Alcune comunità vivono ancora nel cuore della foresta e fanno km e km di cammino per vendere i prodotti delle loro coltivazioni (agrumi, cotone o le fibre di sisal ricavate dall'agave per  tessere le amache), altri abitano in capanne, in prossimità o all'interno di piccoli villaggi con uno stile di vita modesto di cui non si può far altro che ammirare la dignitosi.
Abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di andare a casa di Don Hernan, nel piccolo villaggio di Sant'Elena, e di ascolare in una lingua morta tradizioni Maya così vive, mentre sua moglie accanto al fuoco preparava tortillas e i figli e i nipoti popolavano il cortile pieno di panni stesi e piante sconosciute.




Il popolo messicano l'abbiamo visto in divisa nei grandi resort, locali e ristoranti della riviera maya, da cancun a play del carmen. Qui si è trasferito per trovare lavoro in città nuove costruite dai turisti per i turisti  come Cancun, che è la più anziana ha 30 anni , e Playa del Carmen la città con la più alta crescita demografica al mondo e dove il Cogo Bongo anima le notti di americani non senza nulla da invidiare ai più famosi locali di Ibiza e Miami.
Qui c'è qualcosa di stonato, che non rispecchia lo spirito del Messico.
Non percepisci la povertà perché non è come sei abituato a vederla in Africa,ma ti colpisce come un pugno allo stomaco quando un bambino non ti chiede l'elemosina, ma la bottiglietta d'acqua che hai in mano e che costa più della coca cola.


Il suo vero spirito l'abbiamo trovato nelle piazze di Merida e Izamal e nei mercati locali, tra bancarelle di habanero, di carne e street food colorato.



I contrasti li trovi ovunque, anche nel modo di vivere la religione. 
E' un popolo che la religione Cristiana l'ha subita, pagata a caro prezzo, un popolo che ha purificato col sangue il suo paganesimo secondo il volere dei colonizzatori spagnoli. 
Architetture spoglie, domenicane. E una fede viscerale commista ai modi e agli dei pagani.



Anche i sapori sono un'esplosione. Forti, decisi, contrastanti, ma anche dolci e delicati.
Fagioli, peperonicono (il famoso habanero), pannocchie, farina di masi usata per le tortillas che abbiamo gustato in tutte le loro declinazioni (fajtas, burritos...), spezie colorate e saporite, cipolla, cactus, cetrioli, succhi di frutta a base di Hibiscus e Guava, mousse di avocado, churros, il cioccolato maya e frutti di cui non ricordo i nomi, guacamole, nachos, zuppa di lime.
Impossibile non assaggiare la tequila e il mezcal, entrambi ottenuti dall'agave con procedimenti e specie diverse, o la margarita.



Dopo tutta questa esplosione di sapori, di colori di tradizioni la natura riesce ancora a sorprenderti. 
Prima ancora del paesaggio caraibico, delle acque cristalline e delle spiagge da sogno ci sono una flora e una fauna a cui non si abituati. Che, se ce ne fosse bisogno, disvelano i turisti che si fermano a guardare con faccia esterrefatta la pianta del cotone o animaletti buffi e dai nomi mai sentiti e che torneranno comodi per vincere a Saltainmente. 
I famosi cenote (pozze di acqua dolce che arriva a raccogliersi in queste grotte meravigliose non attraverso fiumi perché qui non ci sono corsi d'acqua superficiali, ma per filtraggio attraverso le rocce calcaree) , che esistono solo qui, nella regione colpita dal meteorite che ha causato l'estinzione dei dinosauri.


 

E poi c'è il mare dei caraibi e isole incontaminate e acqua cristallina... 



Ultimo, ma non per importanza i nostri compagni di viaggio. Che mi hanno aiutata a far scendere martina dalle piramidi Maya quando le vertigini e la paura del vuoto hanno preso il sopravvento e che  hanno condiviso con noi la voglia di esplorare e conoscere un paese meraviglioso.



Al prossimo viaggio!







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