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26 nov 2012

Samy in wonderland //firstepisode


 "Una tendenza a credere alle favole" 
- il lunedì delle cose che piacciono a me -
(se qualcuno si sta chiedendo di cosa sto parlando o se sono pazza troverà le risposte qui e qui)

Principi azzurri, fate, mostri, lupi, orchi, principesse, castelli e catapecchie, ricchi e poveracci...bhè cosa c'è di più vero delle favole?
E cosa c'è di più bello che iniziare con "C'era una volta..." e finire con "...vissero tutti felici e contenti"?
Perchè credo nel lieto fine, che magari non è trovare il principe azzurro o riabbracciare il padre che ti ha portato nel bosco per lasciarti lì a morire di fame.
Diciamo che preferisco Cappuccetto Rosso  o mamma capra che squartano la pancia del lupo per salvare la nonna e i sette capretti a Cenerentola che riscatta la sua posizione attraverso un matrimonio "conveniente".
O Alice che attraversa un mondo fantastico costellato di personaggi assurdi tra i quali è impossibile annoiarsi piuttosto che Biancaneve che parla con gli animali del bosco.
Ma, a prescindere da per chi simpatizzo, penso che le favole siano vere e che i bambini ci credano così incodizionatamente perchè hanno ancora tutta la fantasia che noi adulti invece perdiamo spesso per strada  sostituendone la leggerezza col peso di quello che chiamiamo "realismo".
Per fortuna chi si occupa di arte è capace di fantasticare e sognare e prende le fiabe sul serio, si ia che le veda a lieto fine, sia che ne esplori i lati oscuri e inquietanti.
Quando ho fatto un corso di educazione e introduzione alla fotografia a bambini e ragazzi  ho mostrato loro la serie di fotografie di Annie Leibovitz che ritrae i divi di Hollywood nei panni dei personaggi Disney e nei loro occhi ho visto lo stupore e la meraviglia di chi sa credere a quello che vede.






Guardare il backstage per credere che tutto è possibile!

Dissacrante e ironico La Chapelle non poteva che far bruciare il castello...



E di certo non è stato l'unico a guardare alle favole chiedendosi se sono storie per bambini.
Manuel De Los Galanes  nella mostra "No tan felices" ha stampato maxi foto da 2 metri per raccontare Barbablù, La bella e la bestia, Il pifferaio di Hamellin...




Invece la fotografa canadese Dina Goldstein in "Fallen princess" trasforma le belle principesse in icone di infelicità moderna
( personalmente non credo che questo sia il mondo dietro al vissero tutti felici e contenti, ma trovo geniale l'idea)



Poi ti imbatti in questa interpretazione di Hansel e Gretel di William Wegman e ti chiedi..."perchè?!?"


Rimango perplessa anche di fronte ai lavori di Polixeni Papapetrou e mi chiedo come fa un autore a partorire idee così (si, sono tre porcelline nelle campagne di non so dove e sono così fastidiose che faccio il tifo per il lupo di Sarolta Ban)



E come sempre entro in trance divinatoria di fronte alle foto di Tim Walker (per me un genio indiscusso) e desidero con tutta me stessa di poter  vivere un brainstorming nella sua testa, osservare il suo workflow e saper realizzare le sue foto. Stringo i pugni, sbatto i piedi e ripeto "lovogliolovogliolovoglio".... poi mi rendo conto che non sarebbe decoroso comportarsi così neanche se avessi 5 anni e ripiego su "nella prossima vita fammi rinascere Tim Walker", che non sarà molto meglio ma concettualmete è più accettabile.






Ma non se ne sono occupati solo i fotografi: tra i tanti artisti di altro genere Cattelan (I musicanti di Brema), Dalì (Alice nel paese delle meraviglie), David Hockney (Six fairy tales) e 
Su Blackwell (con dei pop art incantevoli) 




grafici e designers come Rowan Stocks-Moore                                                    





o Christian Jackson e le sue fiabe minimal












E per finire due capolavori
Sarah Moon "Little Red Riding Hood" e il video girato in stop motion "Lost things".... perchè qualche volta"l'essenziale è [in-]VISIBILE agli occhi"






«fallin', we are always fallin
callin'
"hey come back, lost things!"» 






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