"One for sorrow..."

"La macchina fotografica può rivelare i segreti che l'occhio nudo o la mente non colgono."(I. Allende)

"One for sorrow..." il primo vero progetto.
Ho imparato presto che l'arte della dissimulazione ti permette di avere rapporti definiti normali con le persone purchè siano tenute a distanza di sicurezza e non varchino il perimetro protetto da sistemi di allarme che mi trasformano in un attimo in una persona acida e insopportabile (che è il metodo più efficace per far allontanare chi rappresenta una minaccia per un ecosistema fragile).
E' un metodo di difesa rudimentale e primitivo, ma terribilmente efficace. Questo automatismo è anche una condanna.
So che non posso aspettarmi che esista qualche folle disposto a sfidare la scarica elettrica per ridurre le distanze
Quindi abituata a non aspettarmi passi da altri, va a finire che li faccio io. Ma cercando di attraversare la mia recinzione, inevitabilmente prendo la scossa.

E la fotografia in questo non mi aiuta. Mi spiattella in faccia quello che provo e per chi con una precisione e una costanza fastidiosi.
Certo, posso sempre tenere "la verità rivelata" per me, ma quando una cosa la vedi poi come fai a nascondertela?

E poi c'è "One for sorrow..."
...che è rimasto latente finchè non ho avuto la maturità tecnica ed espressiva per gestirlo, finchè non ho imparato il linguaggio che mi serviva per tradurlo in foto.
Poi è rimasto nascosto nell'hd per mesi, in primis a me. Non trovavo nemmeno il coraggio di riguardare le anteprime delle foto, figuriamoci di postprodurle e selezionarle.
Col tempo l'elaborazione è venuta da se, in maniera naturale. Non poteva che essere così. E hanno preso la loro posizione nel racconto, come pezzi di un puzzle. E sono diventate un portfolio e un video (anche grazie a un amico che con final cut è molto più bravo di me) e qualcosa da "far vedere in giro".
Non so dove arriveranno. Credo sia un buon lavoro, perchè lo vedo negli occhi di chi le guarda e nella pelle d'oca di chi invece fa fatica a guardarle.
Quello che so è che devo trovare il modo di abbassare le difese e di smetterla di far scappare le persone... devo trovare il modo di disattivare il mio sistema di allarme.

Ho sempre pensato di essere il Piccolo principe: capace di addomesticare una volpe.

Invece sono la rosa che si è data tanto da fare per costruirsi delle spine che non servono a niente. Ho paura delle tigri e orrore delle correnti d'aria...

-"Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano cosi' belle. Se no chi verra' a farmi visita? Tu sarai lontano e delle grosse bestie non ho paura. Ho i miei artigli".
E mostrava ingenuamente le sue quattro spine.
Poi continuo':
"Non indugiare cosi', e' irritante. Hai deciso di partire e allora vattene".
Perche' non voleva che io lo vedessi piangere. Era un fiore cosi' orgoglioso... -

Per queste fotografie devo ringraziare 3 persone: 3 uomini.
Il primo è quello che mi ha insegnato a non fidarmi di nessuno, quello che mi ha fatto vergognare di me stessa per tutta la vita. Quello che mi obbliga a non accontentarmi mai per il terrore di essere come lui. Grazie, perchè so cosa non sarò mai.
Il secondo è quello che mi ha ricordato di non fidarmi di nessuno. E' quello che mi ha ricordato che se abbassi le difese diventi solo più vulnerabile, non migliore.
Grazie, se non fosse per te non avrei mai iniziato questo progetto.
Il terzo è quello che mi ha ricordato un'altra volta di non fidarmi di nessuno. Ma è anche quello che mi ha fatto venire voglia di "accorciare le distanze". E' quello che mi ha fatto ricordare che io credo nelle favole "nonostante tutto". Che mi ha fatta uscire dal perimetro di sicurezza...e prendere di nuovo la scossa.
Grazie, sei tu che mi hai fatto finire "One for sorrow..."

E poi c'è un quarto uomo che vorrei tanto veder guardare queste foto... e commentare "non hai perso la grinta, il tuo marchio di fabbrica". Ma la grinta l'ho persa un sacco di volte...anche se sono Monica Seles- versione femminile di Sasha Danilovich- :)


Prestissimo parteciperò a un "workshop fotografico intensivo" (non saprei come altro definirlo). Per la selezione ho mandato questo progetto... e mi hanno presa. Quindi per ora ecco la prima e l'ultima foto che ho scattato.
Tutto quello che c'è nel mezzo arriverà...